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Scoprire Udine come città dell’amore

“Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte” (Giulietta e Romeo, William Shakespeare)


ROMEO E GIULIETTA. LA STORIA D’AMORE PIU’ FAMOSA AL MONDO. MA LO SAPEVATE CHE I PROTAGONISTI ERANO DI … UDINE.


Ebbene si! Ormai è un’informazione certa: la storia d’amore più bella e più tragica di sempre ha le sue origini nel 1500 in terra friulana dove dominavano i Savorgnan, potente casato sotto il controllo della Repubblica di Venezia. Protagonisti due nobili, Lucina Savorgnan Del Monte e il capitano di cavalleria e uomo di lettere Luigi Da Porto, suo lontano cugino.
La scintilla tra i due scoccò durante una festa in maschera a Udine in un palazzo che sorgeva nell’odierna piazza Venerio, a due passi dal centro storico. Siamo nel 1511 e Lucina, quindicenne, fa il suo debutto in società. 

Tra lei e Luigi è amore a prima vista, una storia però che inizia sotto presagi infausti per la difficile situazione politica (conflitto tra Austria e Repubblica Veneta) e le tensioni sociali che gravavano le terre friulane di allora.
Pochi mesi dopo il loro incontro Luigi rimase gravemente ferito in uno scontro con le milizie austriache e fu trasferito, paralizzato al lato sinistro del corpo, presso la residenza di famiglia nei pressi di Verona. 

Qui apprese delle nozze tra l’amata Lucina e il nobile Francesco Savorgnan Della Torre. Quello della bella Lucina fu un matrimonio di stato per ricompattare il casato dei Savorgnan, da sempre in conflitto tra i due rami dei Della Torre e dei Del Monte.
Stravolto dal dolore Luigi riversò la sua malinconia in una novella in cui svelò la sua triste storia ambientandola però nel Trecento, camuffando i nomi dei protagonisti e scegliendo come location Verona, per eliminare qualsiasi riferimento autobiografico.
Il racconto fu poi ripreso da vari scrittori finché una copia giunse nelle mani di William Shakespeare e da qui in poi vi è tutto ben noto.
A Udine non rimangono tracce del Palazzo dei Savorgnan dove sbocciò questa delicata e triste storia d’amore, ma la cittadina evoca atmosfere romantiche. 

Se siete da quelle parti il 14 febbraio lo capirete: in uno dei borghi storici (borgo Pracchiuso) si celebra da oltre trecento anni la Festa di San Valentino e la tradizione della “chiavetta“, una piccola chiave legata ai poteri di guarigione attribuiti al Santo e che in passato veniva usata per calmare tosse e convulsioni appoggiandola sul petto dell’ammalato. Oggi invece la chiavetta è un dono d’amore e lascia sottendere quando viene regalata a chi si ama, il messaggio più bello: ecco tu hai la chiave del mio cuore. 

Non distante da Udine infine, ad Ariis di Rivignano sorge Villa Savorgnan Otellio, elegante residenza di campagna dove la nostra bella Lucina trascorreva le sue estati. Nel parco della villa, adagiata su un’ansa del fiume Stella ancora oggi si può facilmente immaginare la nostra “Giulietta” mentre passeggia sognando l’uomo a cui aveva donato il suo cuore. 

UNA ZUCCA CHE NON DIVENTO’ MAI CARROZZA


C’era una volta un piccolo borgo fortificato tra i paesaggi montani del Tagliamento e del Canal del Ferro e che diventò uno dei borghi più belli d’Italia. E la zucca che c’entra? C’entra c’entra..
Siamo a Venzone, direzione Nord, Friuli Venezia Giulia.

La leggenda narra che gli abitanti di questo piccolo ed elegante borgo decisero di abbellire e rendere più sicuro l’abitato: ecco allora che, con tasse, balzelli e tanto lavoro si costruirono le mura, si restaurarono palazzi, si eresse il Duomo. 

Fin qui tutto bene. Il problema si pose quando si volle affiancare al duomo il campanile. Non c’erano più denari. Come fare senza rinunciare al sogno di diventare un giorno uno dei borghi più belli d’italia, e perché no, forse anche il Borgo dei Borghi?
Gli abitanti ci pensarono un po’su, ma poi neanche tanto, e infine decisero che in qualche modo avrebbero fatto e mettendo mano agli ultimi spiccioli costruirono la torre campanaria. Non bastava però e decisero che la torre per essere degna del bel Duomo cui era affiancata doveva avere sulla sommità una sfera d’oro su cui doveva innalzarsi una croce, pure questa d’oro, ci mancherebbe.
L’opera fu commissionata ad un artigiano di Udine che, siglato l’accordo, iniziò i lavori ultimandoli nei tempi stabiliti.
Il Duomo di pietra e la torre con la sfera d’oro erano magnifici, due autentici capolavori. Ora però bisognava saldare i conti. Le spese però erano sfuggite di mano, adesso non c’era davvero più molto in cassa.
Fu così che l’artigiano di Udine fu pagato molto meno di quanto era stato stabilito, tanto ormai il lavoro era fatto.
Il brav’uomo accettò il pagamento ma preparò la sua vendetta. Di notte salì sulla torre, si riprese la sfera d’oro sostituendola con una bella zucca dorata per l’occasione.
I cittadini per un po’ di tempo non si accorsero di nulla, fino a quando la sfera non iniziò a cambiare colore. Ebbero la certezza che qualcosa non andava quando la palla un tempo dorata precipitò a terra rivelandosi per quello che era: una zucca ormai marcia.
Che fare ora? Nulla, riderci sopra e dedicare all’episodio una bella festa. 

Ogni anno, alla fine di ottobre, a Venzone si celebra la Festa della Zucca: l’atmosfera medievale del borgo è animata da musici, giocolieri, cavalieri e dame ma anche di personaggi come il Sindaco della Zucca e i membri della Confraternita della Zucca.

Una bella festa ma soprattutto un’occasione per visitare il borgo fortificato ricostruito pietra su pietra dopo essere stato raso al suolo dal terribile terremoto del 1976, che qui chiamano l’Orcolat. Ma questa è un’altra storia

Credit:

Archivio PromoTurismoFVG

@foto Luigi Vitale

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