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IME: la casa del cibo e del vino delle Marche


L’enogastronomia marchigiana vista dall’occhio esperto di Alberto Mazzoni sul cibo e il vino nelle Marche partendendo dall’IME: la casa del Cibo e del Vino delle Marche.

Il direttore Dottor Alberto Mazzoni ci introduce alla scoperta dell’enogastronomia marchigiana, dei sapori e delle eccellenze.

Le Marche sono l’unica regione italiana che mantiene il nome al plurale, un elemento assolutamente da non sottovalutare, soprattutto se questa pluralità non si manifesta solo dal punto di vista artistico, storico e culturale, ma anche e soprattutto attraverso la straordinaria varietà di prodotti enogastronomici che queste terre gelosamente custodiscono e che il mondo deve sempre più imparare a conoscere ed apprezzare.


In questa volontà di apertura l’Istituto Marchigiano Enogastronomia, la cui sede istituzionale è quella della ex Enoteca Regionale a Jesi, si presenta come il polo enogastronomico delle Marche o come lo ama chiamare il Dottor Alberto Mazzoni, Direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini, “questo luogo è la casa del cibo e del vino delle Marche”, un messaggio chiaro e preciso che invita alla scoperta di una realtà regionale ricca di gioielli da scoprire. All’interno l’IME, la casa del Cibo e del Vino delle Marche infatti c’è di tutto: si va dal turismo alla cultura, dal cibo al vino, nella cornice del nostro territorio.


La nostra guida in questo percorso, il Dottor Alberto Mazzoni, enologo e grande conoscitore della cultura enogastronomica regionale e non solo, ci ha dato la possibilità di entrare in un mondo fatto di storie di produttori, di sensazioni legate alla terra e ai suoi profumi e sapori, sensazioni che la generazione contemporanea non ha mai conosciuto approfonditamente e che questo periodo storico sta dando la possibilità di scoprire, in un primo momento attraverso le parole, e poi, quando riassaporeremo la libertà, attraverso il “toccare con mano” poiché le immagini possono attirare l’attenzione, ma ciò che l’olfatto, il gusto e la vista colgono in un luogo, sono emozioni irriproducibili da qualsiasi altra parte e che indissolubilmente si legheranno alla nostra esperienza sul campo.

Continuando la nostra conversazione con il Dottor Mazzoni, egli ci ha illustrato come il periodo storico in cui stiamo vivendo e il virus che stiamo combattendo, stiano mettendo a nudo la fragilità di tutto il nostro sistema, un sistema che è stato completamente esasperato. In qualche modo però questa “fase di stasi” che ci troviamo a vivere, ci deve spingere a cambiare il nostro stile di vita e in tutta questa “disgrazia”, con il mondo agricolo, turistico e culturale, la regione Marche ha un’opportunità estremamente importante da cogliere. Nonostante  alcuni provvedimenti siano stati allentati, un ritorno alla vita di tutti i giorni, sembra ancora piuttosto lontano e le giornate passate in casa bombardati da notizie drammatiche, ha messo ancora di più in luce una paura generalizzata di uscire, di contatto, di socializzare con qualcuno che potrebbe essere asintomatico. In tutto questo gli spazi aperti, la campagna come luogo sconfinato da vivere, devono essere la nostra via di fuga, il nostro posto sicuro nel mondo. Secondo il Dottor Mazzoni, è necessario ed indispensabile riappropiarci di quello che, dopo la guerra, era il pilastro e il centro della vita di ogni uomo, ovverosia l’agricoltura, il cui codice Ateco, non a caso era ed è il numero 01.


Oggi più che mai, questa pandemia ha messo al centro della discussione il cibo e la sua provenienza. È indubbio che si mangi di più, ma questo deriva dal fatto che si passa molto più tempo in casa e abbiamo ripreso un ciclo di vita il cui ritmo è visibilmente rallentato. Oltre a passare più tempo nelle abitazioni durante il giorno, sono venute meno abitudini e “mode” legate ad uno stile di vita frenetico, come i pranzi veloci o gli aperitivi che andavano a sostituire spesso e volentieri alcuni dei  5 pasti fondamentali.


E in tutta questa situazione, secondo il Dottor Mazzoni, l’azienda agricola diventa il punto focale dell’acquisto dei prodotti da parte della comunità. Il km 0 inizia realmente ad essere conosciuto ed apprezzato come tale, in molti si sono attivati per la consegna a domicilio, ma ciò che è importante fare è spingere affinché si vada direttamente al produttore a prendere ciò che serve, in questo modo non solo si avranno prodotti genuini, ma soprattutto si potrà capire cosa c’è dietro, chi c’è dietro e dove si produce. Andare perciò a conoscere chi crea, quali sono le storie di sudore e fatica di queste persone che hanno fatto della terra un valore, un grande valore, che oggi noi dobbiamo necessariamente scoprire e divulgare attraverso l’IME la casa del Cibo e del Vino delle Marche.

Il Dottor Mazzoni, parlando di chi può raccontare un mestiere, utilizza una metafora molto interessante usando il cane e la lepre: il cane corre per conto terzi, la lepre corre per se stessa, perciò ci possono essere persone, come i grandi distributori, che narrano storie di prodotti dopo averle lette e mai vissute (il cane);  mentre, le parole di chi racconta la propria vita nei campi, di chi non conosce sabati e domeniche, di chi ha le mani segnate dalla tribolazione, di chi ha sempre messo la faccia (la lepre), ha tutto un altro sapore e un altro piacere e ciò che conta davvero oggi, è far conoscere a quest’ultima generazione la reale provenienza del cibo e il lavoro umile che viene dal basso, dalla terra.


Verdicchio raccolta uva vacanze nelle marcheLa terra e l’agricoltura oggi più che mai devono essere il centro delle nostre esistenze, poiché in mancanza di acqua o cibo il nostro corpo non sopravvivrebbe e in questo così delicato momento storico, sottolinea il Direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini, dobbiamo rieducare il sistema a comportarsi come dice la natura, seguendo innanzitutto la stagionalità dei prodotti e le quantità che la terra è capace di offrire. Tutto ciò è fondamentale a livello nutritivo, ma anche a livello gustativo poiché mangiare in maggio le fragole significa assaporare un prodotto del territorio il cui sapore e i cui aromi non sono stato “contaminati” o eliminati da mesi e mesi di viaggio in container. Se vogliamo parlare di prodotti come formaggi e salumi la sapidità dei prodotti è data da ciò che mangia il bestiame, poiché l’alimento si trasforma dentro l’animale e la sua carne acquisisce determinati aromi e sapori nelle tempistiche che la natura dà e perciò è importante abbandonare la produzione di massa, fatta di velocità, per accogliere prodotti di stagione e del territorio, e quando le persone arriveranno nelle Marche per apprezzare il grandioso patrimonio enogastronomico che questa terra ha da offrire, sarà importante che capiscano la storia che c’è dietro ad un prodotto, la sua lavorazione e quello che è il suo sapore autentico.


Da questo concetto di agricoltura e di cultura del cibo, andremo ad incontrare imprenditori e titolari di aziende, quelli che Alberto Mazzoni definisce con “i calli sulle mani”, quelli che hanno fatto la storia e che ancora resistono, alcuni anche dopo il terremoto del 2016 che purtroppo ci ha tolto una fetta molto importante di produttori, quelli che custodivano la storia del nostro saper fare, la storia della cultura contadina, della “vergara” marchigiana – la donna di casa e contadina – e delle sue tradizioni.


Sarà questo un viaggio tutto marchigiano fatto di persone e prodotti, che seguirà il ciclo della natura e i suoi tempi. In questa esperienza ci immergeremo nelle vite e nelle fatiche di questi “artigiani del gusto”, con la speranza poi che vogliate, un giorno, vivere in prima persona le Marche e i suoi prodotti.


Siete pronti?

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