La città designata come centro e punto nevralgico del nostro viaggio è Grosseto, città strategica del nostro itinerario perché dista non più di un’ora di strada da tutte le mete prefissate.
La prima tappa del viaggio è Orbetello, proseguiremo poi per Porto Santo Stefano e Porto Ercole, le perle della penisola dell’Argentario.
La Laguna offre tantissime opportunità che vanno dal trekking lungo gli innumerevoli sentieri del Monte Argentario, percorsi pedonali e ciclabili ad itinerari storico culturali grazie ai numerosi scavi archeologici, senza scordarci ovviamente del mare.
Orbetello è la prima città che si incontra nel percorso, circondata per tre lati dal mare e situata al centro dell’omonima Laguna e area protetta nonché Oasi WWF in cui nel mese di Agosto è possibile ammirare la migrazione dei fenicotteri rosa; la città si presenta con una ben conservata cinta muraria di origine Etrusca ed ampliata durante la dominazione Spagnola, periodo in cui questa località assunse il ruolo di capitale dello Stato dei Presìdi.
Passeggiando per il centro potrete visitare le antiche porte di accesso, la Polveriera Guzman, il Palazzo del Podestà, il Duomo e le chiese di Santa Maria delle Grazie, San Francesco e San Giuseppe.
Al di fuori delle mura potrete invece passeggiare costeggiando il mare, nel silenzio di un’atmosfera unica.
Terminata la visita ad Orbetello ci spostiamo a Porto Santo Stefano; il capoluogo dell’Argentario è un borgo marinaro piuttosto pittoresco, con un lungomare incluso tra i due porti (dal primo, quello commerciale, per gli appassionati di subacquea e non solo, partono i traghetti per l’Isola del Giglio, Giannutri e l’arcipelago delle Formiche). E’ caratterizzato dalla presenza di bar e ristoranti lungo tutto il tragitto in riva al mare. Tipico luogo di villeggiatura immerso in un’atmosfera ricca di colori. È proprio qui che decidiamo di pranzare prima di spostarci a Porto Ercole ed affrontare il percorso dedicato a Caravaggio, perché è qui che il noto pittore ha trascorso gli ultimi anni della sua vita.
Il percorso si sviluppa all’interno del centro storico, facente parte dei Borghi Più Belli d’Italia, attraverso 21 punti contrassegnati da grandi cartelli bilingue che raccontano la storia di Michelangelo Merisi e le peculiarità del luogo, accompagnando i turisti dal luogo di sepoltura, ai vicoli, per terminare davanti la Confraternita di S. Croce, l’ospedale dove morì.
La visita dell’Argentario però non finisce qui, perché sono circa le 16 e non potevamo andare via senza fare una capatina al mare; raggiungiamo così la lingua di costa della Feniglia, all’interno della riserva naturale, zona balneare e turistica raggiungibile soltanto a piedi dopo un breve percorso nel bosco. È verso le 20 che decidiamo di avviarci e tornare verso Grosseto per andare al B&B in cui alloggiamo. Una struttura immersa nella campagna Toscana ma allo stesso tempo a soli 5 minuti dal centro della città.
Giusto il tempo di sistemare le nostre cose e ci dirigiamo verso il centro di Grosseto per cenare.
Il caso vuole che siamo capitati proprio la sera della Notte Bianca e ci troviamo quindi davanti ad un centro vivissimo, negozi aperti, musica, bar, ristoranti e tantissime persone.
Il centro storico della città è interamente raccolto all’interno di una cinta muraria perfettamente conservata, pecularietà che condivide con altri 3 capoluoghi di provincia (Ferrara, Bergamo e Lucca) ma soprattutto interamente pedonale. L’architettura ricorda molto Firenze, come si può notare dal Duomo o Cattedrale di San Lorenzo e sul retro da Palazzo Aldobrandeschi, situati in Piazza Dante Alighieri e dove si trova la statua di Leopoldo II, ultimo granduca di Toscana e figura legata indissolubilmente alla Maremma.
Ma se il centro di Grosseto riesce a soddisfare praticamente ogni esigenza (è presente anche il Museo di Storia Naturale della Maremma), i dintorni della città non sono da meno: le mura sono visitabili ed è possibile passeggiare lungo tutto il perimetro, siamo inoltre a solo 8 km dalla città etrusca di Roselle e vicinissimi alla principale porta di accesso al Parco della Maremma in località Alberese, anche questa zona protetta che offre oltre 100 km di percorsi per gli amanti della natura.
Dopo una cena in terrazza in pieno centro storico ed un rapido giro per la città, la nostra prima giornata in Maremma si conclude.
Il secondo giorno inizia con una passeggiata per le mura ed il centro di Grosseto, in modo da ammirare la città con più calma e tranquillità rispetto alla sera prima, ma la destinazione principale di questa giornata sono le famose Terme di Saturnia.
Forse non tutti sanno che le terme sono fruibili gratuitamente nella zona delle Cascate del Mulino e senza limiti di tempo (a pagamento sono possibili trattamenti specifici nella struttura situata più in alto). Le terme sono formate da una sorgente che sgorga alla temperatura costante di 37.5 gradi, lasciarsi andare una volta in acqua è praticamente automatico, non c’è modo di resistere, un modo davvero pratico ed anche divertente di rilassarsi. A pochi passi è inoltre presente un bar con una discretamente ampia scelta di piatti, primi e secondi, per garantire la possibilità di passare una giornata intera senza preoccupazioni.
Una curiosità: la libertà di accesso permette anche ai più temerari di frequentare la zona di notte.
Alzarsi per fare ritorno a Grosseto non è stato facile, ma ci aspettava una cena in un agriturismo immerso nelle colline. L’offerta a livello culinario nemmeno a dirlo è ricchissima, la Maremma è terra di campagna e di tradizione e la presenza di cantine e agriturismi è praticamente capillare.
Arriviamo quindi al terzo giorno e a quella che purtroppo è l’ultima tappa del nostro viaggio: Pitigliano, la Città del Tufo, borgo di circa 4000 anime anche noto come Piccola Gerusalemme per la presenza di una comunità ebraica da sempre ben integrata nel territorio, con un Ghetto in cui è presente una Sinagoga e ovviamente un cimitero.
La geomorfologia del paese fa saltare subito alla memoria un’altra città costruita, anzi scavata nel tufo perché sì, non pensare subito a Matera è praticamente impossibile. Il paese è scavato e sporge per tre lati sulla valle sottostante, assolutamente a strapiombo con alcune case che si affacciano da uno sperone di tufo.
Il centro del paese è molto caratteristisco: strade strette, molti saliscendi e rampe di scale, è diviso sostanzialmente in due vie principali in cui troviamo moltissime botteghe di artigiani e alimentari (perlopiù turistiche devo dire, ma alcune di notevole interesse); anche qui troviamo delle mura di cinta e nelle vie del centro è possibile visitare numerose chiese tra cui la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, ma le costruzioni peculiari del luogo sono Palazzo Orsini al cui interno è presente il Museo Archeologico della civiltà Etrusca, la Fontana delle Sette Cannelle e l’Acquedotto Mediceo.
Infine i punti panoramici che lasciano senza fiato proprio per questa sua conformazione che permette una visuale del tipico paesaggio delle colline toscane che si estende a perdita d’occhio.
Poco conosciuta, Pitigliano è sicuramente una meta che consiglio a chiunque voglia esplorare queste zone.
Quando si parla di Toscana vengono subito in mente Firenze, Siena, magari Lucca e Pisa ed in generale le città del centro nord della regione, ma la zona sud regala scorci indimenticabili, natura e moltissima storia e cultura; insomma, ce n’è veramente per tutti. La Maremma è inoltre interamente attraversata dalla E80 e collegata da superstrada e strade provinciali che permettono di viaggiare comodamente in auto senza spese per i pedaggi, dandovi modo di immergervi ancora di più in un territorio a modo suo ancora incontaminato, dall’atmosfera bucolica e che profuma di tradizione.
LEONARDO