Mesi fra scrissi delle mie impressioni, o meglio dei ricordi di viaggi effettuati in Russia nel corso degli anni, riproponendo, proprio all’inizio, il titolo del famoso film “Dalla Russia con amore“.
La prima volta che ho messo piede in Russia l’ho fatto per visitare “soltanto” San Pietroburgo, spinta o meglio invogliata da una mia amica che da troppo tempo sognava di fare questa esperienza nel pieno della stagione invernale. Siamo partite per trascorrere nove giorni a San Pietroburgo a fine Dicembre!!
Premesso che non sono certo bastati per visitarla come avremmo voluto, ma sono stati tuttavia sufficienti per decidere che quella che stavamo vivendo era un’emozione davvero unica.
Certo, bisognava sfruttare le poche ore di luce che la stagione ci consentiva, ma il passaggio dal buio della notte al chiarore del giorno (non prima delle nove -dieci di mattina!) e quello, viceversa, dalla luce al buio alle quattro circa del pomeriggio, era anch’esso decisamente favoloso.
Così è stato la mattina in cui ci siamo recate in Piazza delle Arti, dove la statua di Puskin si ergeva tra la neve e ci fece pazientemente compagnia in attesa che aprisse, alle sue spalle, il Museo Russo. Al nostro arrivo la luce artificiale ne illuminava ancora l’ elegante facciata, ma poi, a poco a poco, il sole cominciò a rischiararla facendone emergere anche la grandiosità.
Il grande e mitico fiume, la Neva, era in quel periodo, ovviamente ghiacciato e quindi i ponti che ne collegano le sponde non avevano bisogno di aprirsi per far passare le navi che d’Estate, invece, ne risalgono il corso.
All’esterno, sulla grande piazza antistante il Museo, c’erano i venditori di stampe e souvenir vari. Abbiamo comperato, da uno di loro, delle vedute della città che il “nostro Julij” ci magnificò, naturalmente, come uniche e inimitabili! Ma era il sistema migliore per parlare con qualcuno che non fosse il receptionist. Negli anni successivi l’ho rivisto, ci siamo riconosciuti (parlava un po’ italiano) e forse è anche questo che mi fa sentire un po’ a casa quando arrivo a Leningrado.
Il momento “clou” del nostro soggiorno fu senz’altro la serata al Mariinskij. Veniva rappresentato “Lo schiaccianoci” di Tchajkovskij, già di per sé un capolavoro, ma in quel luogo, con quel pubblico….è un’altra cosa! In Russia non si va al teatro, al concerto per mostrarsi in pubblico, ma perché si sente il bisogno di cultura. Prova ne sia che durante il tragico assedio che Leningrado subì ad opera dell’esercito tedesco dal 1941 all’inizio del 1944, mentre si moriva di stenti, gli incontri musicali non vennero mai meno. Mi piace pensare alla Russia anche in questo modo!
Negli anni successivi sono tornata ripetutamente a San Pietroburgo (in Estate) e ogni volta è stato un po’ come riappropriarmi di luoghi e situazioni ormai familiari, ma, può sembrare strano, sempre con grande nostalgia del grande freddo nordico della prima visita.
Era venuto il momento di conoscere Mosca. Quando si afferma che la scoperta è in atto graduale di conoscenza si dice il vero.
Mosca è stata una grande scoperta, fatta a poco a poco, e a poco a poco ho imparato ad apprezzarla e ad amarla.
L’ultimo viaggio risale allo scorso settembre, quando nella capitale si celebrava il “natale di Mosca” e la città si è presentata in una veste ben diversa dal solito: centro storico libero dalle code di auto e pieno invece di migliaia di persone riversate sulle vie principali a dar vita a concerti, a balli più o meno in maschera, ad artisti improvvisati!
Chi conosceva la Russia di alcuni decenni fa -e spesso mi capita di incontrarne qualcuno nei gruppi che viaggiano con me- a stento riconosce i luoghi, il panorama di Mosca, il carattere delle persone. Di certo non riconoscerebbe i GUM, gli antichi grandi magazzini di Stato, polverosi e con gli scaffali austeri di legno, trasformati oggi sono una elegante sfilata di grandi firme senza soluzione di continuità mentre prima erano grandi magazzini desolati e poveri di merci.
E che dire del “fiore all’occhiello” di Mosca, la famosa, tentacolare metropolitana?! Sorvolando sull’aspetto magniloquente della realizzazione ci si rende conto che attraverso di essa si può ripercorrere la vita sociale, politica, culturale di quasi un secolo di storia russa.
Nello scorso Settembre nella stazione dedicata al famoso poeta V. Majakovskij, terminata nel 1939, c’era anche un pianista pronto ad accogliere le migliaia di persone che normalmente vi transitano ogni giorno.
Certo la Russia non è solo Mosca e San Pietroburgo: è un Paese sterminato che varrebbe la pena di visitare nei tanti suoi aspetti, anche di queste due splendide città, di attraversarlo con la mitica Transiberiana e magari di giungere fino alla solitaria e vulcanica Penisola di Kamchatka! Quindi l’invito per tutti è di andare o ritornare, magari insieme, in questo Paese dai mille volti e dall’indubbio fascino!
Dalla Russia con amore by ANNA
Dalla Russia con amore