Primi passi in oriente: I colori della Giordania. 29 settembre/5 ottobre 2018
Sono per la prima volta in un paese arabo, ho scelto la Giordania, in modo più o meno consapevole, molti sconsigliano di andare in Medio Oriente, anche se la Giordania è stata da sempre un paese in pace. Sarà pericoloso?
Atterriamo all’aeroporto di Amman, le pratiche di ingresso sono veloci, la nostra superguida Mahdi ci accoglie con un italiano perfetto. Gli chiedo come si dice “grazie” . “Shuk-ran” mi risponde con un sorriso. Sto entrando in un paese gentile. Mi servirà.
La Giordania, a lungo trascurata dal turismo italiano, per le guerre che affliggono il medio-oriente si rivela un’oasi di pace e saggezza, grazie anche alle scelte politiche del re Ḥusayn e del suo successore Abd Allāh II , con la popolare regina Rania e anche grazie alla mancanza di petrolio che l’ha messa al riparo dagli interessi dell’occidente.
Con quasi 10 milioni di abitanti la Giordania ha accolto milioni di profughi . Prima i palestinesi poi gli iracheni e i siriani la maggior parte dei quali ha ottenuto la nazionalità giordana. Nel mondo la Giordania possiede la più alta percentuale di rifugiati rispetto alla sua popolazione: 89 ogni 1000 abitanti.
Fondata nel 1921, la pianta di questo paese è stranissima, con un triangolo che si dice sia stato causato da un singhiozzo di Churchill che, secondo la leggenda, avrebbe bevuto un bicchiere di troppo mentre a tavolino disegnava la pianta della Giordania.
Tutte queste informazioni e molto altro ancora ci è stato narrato da Mahdi, la nostra guida speciale, che ci ha fatto conoscere non solo i monumenti, la storia, l’attualità, le tradizioni e la vita quotidiana ma ci ha anche fatto percepire l’essenza di questo popolo e lo spirito del passato. Mahdi Yanes ci dice con rammarico che difficilmente riesce ad accompagnare gruppi italiani, perché gli indonesiani prenotano con largo anticipo . Quando per molto tempo , dopo la guerra del Golfo, gli italiani non sono più andati in Giordania Mahdi ha dovuto imparare l’Indonesiano . E’ chiaro che ,se si vuole un’ottima guida. allora bisogna prenotarla con molto anticipo come è stato fatto per il nostro viaggio.A noi non poteva capitare di meglio.
Prima di questo viaggio poco sapevo della Giordania: capitale Amman, confina con Israele, per chiamarsi Giordania, ci deve scorrere il Giordano, e poi c’è Petra , una delle meraviglie del mondo, il deserto del Wadi Rum lo avevo visto nel Film Laurence d’Arabia prima di partire e poco altro che avevo letto nella guida. Il tour si è rivelato una scoperta, un racconto ricco di emozioni.
Abbiamo visitato Amman, l’antica Filadelfia della Decapoli , le rovine romane , il teatro , i musei, Jerash, una delle meglio conservate città romane del Medio Oriente fondata da Alessandro Magno e conquistata dai Romani nel 63 a.C. che andò in decadenza, come pure la magnifica Petra dei leggendari Nabatei che venne abbandonata in seguito allo spostamento delle vie commerciali e lo sviluppo della città di Palmira.
A Madaba ammiriamo la più antica mappa del Medio Oriente a Mosaico. Abbiamo un po’ di tempo per qualche acquisto nei negozi , ce ne sono alcuni con un aspetto autentico,non ne incontreremo molti.
Il viaggio prosegue per Betania luogo dove Gesù fu battezzato da Giovanni Battista. Dopo una camminata di mezz’ora che costeggia i resti delle chiese dei primi cristiani , sotto una provvidenziale tettoia che ci ripara dal sole, arriviamo al fiume Giordano. Solo una tettoia da questa parte del Giordano e le scarse acque del fiume . Dalla parte di Israele un Mausoleo , proprio di fronte. Sentiamo di essere in un luogo carico di spiritualità, il Giordano mette tristezza. Il fiume, che doveva essere rigoglioso al tempo di Gesù, scorre fino al Mar Morto che ogni anno diminuisce di un metro per la scarsità delle acque del Giordano causate da deviazioni e dalla costruzione di dighe a monte, in Israele , che hanno penalizzato la Giordania.
Sul Monte Nebo, dopo aver bevuto un vero caffè italiano dai frati francescani, ci siamo immersi nell’atmosfera di un panorama spettacolare che va dalla Valle del Giordano fino al Mar Morto e da cui si scorgono Gerusalemme e Betlemme. Come fece Mosè che, prima di morire, riuscì a vedere da questa sommità la Terra Promessa. Sono luoghi densi di spiritualità anche per i non credenti. Qui venne costruita in età costantiniana una grande basilica dedicata a Mosè che Padre Michele Piccirillo, francescano e archeologo, fece rinascere realizzando un santuario-museo.
Sempre a questo frate italiano si deve la scoperta un altro sito archeologico che abbiamo visitato: di Umm Al Rasas, patrimonio Unesco dal 2004, costituito da centinaia di metri quadrati di tappeti musivi. Durante il viaggio ci fermiamo in un ristorante e mangiamo un piatto a base di riso, pollo, patate e verdure rovesciato: il Maqluba. Buono il cibo in Giordania, hummus, pollo e melanzane sempre presenti e buoissimi. Per sicurezza evitiamo verdura cruda e usiamo solo acqua minerale.
L’arrivo al Mar Morto segna un passaggio notevole per le temperature e l’aria che sembra mancare nel punto più basso della terra. Un’esperienza , galleggiare nelle acque salate e cospargersi di fango , che non poteva mancare in Giordania.
Il viaggio prosegue per la fortezza di Shawbak in un paesaggio incontaminato . Arriviamo di sera, ci siamo solo noi , accolti dai pochi venditori di acqua e prodotti locali beviamo il tè ammirando la terra che esce dalla terra come più volte il nostro Madhi ama descrivere il mutare dei paesaggi sempre diversi nelle varie sfumature di ocra rosso e marrone interrotti da brevi campi verdi di pomodori e purtroppo anche di bottiglie di plastica. E viene voglia di tornare in primavera , quando l’ocra diventa verde e i fiori selvatici adornano i pendii.
Al tramonto arriviamo a Beidah, conosciuta anche come Piccola Petra, creata dai Nabatei per ospitare le carovane di passaggio e finalmente, a tarda sera, arriviamo a Petra nel villaggio-albergo dove pernotteremo.
Partiamo alle 7.00 dal nostro albergo per visitare Petra prima che arrivi la massa dei turisti , ammiriamo questa meraviglia alla luce del mattino. Petra, la capitale del regno nabateo e della Provincia Romana d’Arabia, chiamata dagli arabi Wadi Musa. I Nabatei la scavarono dalla roccia e la trasformarono in uno snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie, grazie alle quali Cina, India e Arabia del Sud poterono entrare in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma. Attraversiamo la stretta gola del Siq, lunga quasi due chilometri, qui i colori e le formazioni rocciose fanno volare la fantasia per arrivare infine al Khazneh (il Tesoro) ,un’imponente facciata, larga 30 metri e alta 43, scavata nella roccia per essere la tomba di un re nabateo. Proseguiamo per le centinaia le tombe scavate nella roccia per durare in eterno e arriviamo al teatro romano. Percorrendo una scalinata di 800 gradini scavati nella roccia, alcuni raggiungono l’imponente Monastero di Ad-Deir. L’ultimo giorno finalmente entriamo nel deserto del Wadi Rum in jeep 4×4, mangiamo gustosissimi spiedini di agnello . Ci fermiamo nei punti panoramici, ascoltiamo in silenzio il silenzio, saremmo rimasti volentieri a dormire una notte nel deserto, ammiriamo però lo spettacolo del giorno con infinite tonalità di giallo, ocra, rosso, i colori che accompagneranno a lungo il ricordo del viaggio in Giordania.