Alla scoperta del Friuli e della Slovenia

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Ci sposteremo in pullman con la fantasia per seguire i nostri amici che hanno fatto questo bellissimo viaggio nel periodo di settembre. Il Friuli è una regione ancora purtroppo poco conosciuta dal punto di vista turistico, ma che merita di essere visitata, perchè ha un patrimonio culturale di immane bellezza.

CASTELLO DI MIRAMARE E TRIESTE
Il “romantico” castello che si affaccia sul mare, definito anche da Alberto Angela il simbolo di Trieste clicca qui, non ci ha lasciati delusi: la bravissima guida che ci accompagnava ha iniziato parlandoci di questo castello da favola, circondato da un verde e lussureggiante parco, che si affaccia sul mare battuto dal vento: questa descrizione ben si adatta alla residenza fatta costruire tra il 1856 ed il 1860 dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo per la sua amata giovane sposa. Così, come Massimiliano aveva trovato rifugio dalla furia del mare in quello che diventerà poi il piccolo e graziosissimo approdo marittimo del castello, cercò di realizzare nello stesso posto un nido d’amore al riparo dalle insidie della vita.
Ma la smania di potere e il desiderio di fama di Carlotta del Belgio spinsero l’arciduca a partire per il Messico, di cui diventerà sì imperatore ma dove perderà, dopo poco, la vita, sognando il suo amato castello così lontano e abbandonato. Si dice che Carlotta, dopo la morte del suo amato, abbia perso la ragione.
In questa vicenda trova fondamento la maledizione che graverebbe sul castello; si crede infatti che chi vi dimora perisca anzitempo di morte violenta. Pare che, nella storia, la maledizione si sia sempre fatalmente avverata…
All’interno del castello si possono visitare gli appartamenti privati, le stanze destinate agli ospiti, i vari saloni, la biblioteca-studio e la magnifica sala del trono, recentemente restaurata e riportata all’originario splendore.

TRIESTE
La nostra seconda tappa è stata il cosiddetto “salotto di Trieste“: Piazza Unità. È un vanto per i triestini, non solo per l’importanza storica che ha avuto, ma anche perché è la più grande piazza affacciata sul mare in Europa. Nata come Piazza San Pietro per la presenza di una chiesetta, divenne poi Piazza Grande e, nel 1918, Piazza Unità.
La piazza è impreziosita dalla Fontana dei Quattro Continenti. Se ci si volta verso il mare, proprio lì c’è la seconda attrazione più famosa di Trieste, il Molo audace. Prende il nome dalla prima nave, un cacciatorpediniere, che entrò in quello che un tempo era Molo San Carlo, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e l’annessione all’Italia. Bella e colta, Trieste è la città più cosmopolita d’Italia. Vi si respira il passato asburgico che ne fece “la piccola Vienna sul mare” e negli incroci di lingue, popoli e religioni che ancora la caratterizzano si intuisce con facilità la sua anima insieme mitteleuropea e Mediterranea.
Da qui, lo sguardo va oltre piazza Unità e si apre su palazzi monumentali, sulla chiesa greco-ortodossa di San Nicolò, sul Canal Grande, centro di quello che fu il borgo voluto da Maria Teresa d’Austria e che con le sue chiese testimonia la felice convivenza di religioni diverse.
Trieste è anche la città del caffè. Porto franco per l’importazione del caffè sin dal Settecento, il porto di Trieste è tuttora il più importante del Mediterraneo per il suo traffico. Ma caffè a Trieste fa rima anche con letteratura: numerosi e bellissimi sono i caffè letterari, locali storici dal fascino retrò frequentati un tempo da grandi autori come Italo Svevo, Umberto Saba e ancora oggi molto amati dagli scrittori e dagli intellettuali. Non ci siamo persi, su consiglio dell’ottima guida, una pausa in uno dei caffè storici di Trieste. E’ un vero e proprio rito, per il quale bisogna anche imparare un apposito gergo: qui l’espresso si chiama “nero”(un fantastico caffè con un bicchierino di ottimo cioccolato!
Il suo porto è il più grande e importante d’Italia e fu il principale sbocco marittimo dell’Impero Asburgico

RISIERA DI SAN SABBA
Il secondo giorno era prevista la visita a questo grande complesso di edifici dello stabilimento per la pilatura del riso – costruito nel 1898 nel periferico rione di San Sabba – venne dapprima utilizzato dall’occupatore nazista come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943. Verso la fine di ottobre, venne strutturato come campo di detenzione di polizia destinato sia allo smistamento dei deportati in Germania e in Polonia e al deposito dei beni razziati, sia alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei.
Nel sottopassaggio, il primo stanzone posto alla sinistra di chi entra era chiamato “cella della morte“. Qui venivano stipati i prigionieri tradotti dalle carceri o catturati in rastrellamenti e destinati ad essere uccisi e cremati nel giro di poche ore. Proseguendo sempre sulla sinistra, si trovano, al pianterreno dell’edificio a tre piani, le 17 micro-celle in ciascuna delle quali venivano ristretti fino a sei prigionieri: tali celle erano riservate particolarmente ai partigiani, ai politici, agli ebrei, destinati all’esecuzione a distanza di giorni, talora settimane. Le due prime celle venivano usate a fini di tortura o di raccolta di materiale prelevato ai prigionieri. Nel successivo edificio a quattro piani venivano rinchiusi, in ampie camerate, gli ebrei e i prigionieri civili e militari destinati per lo più alla deportazione in Germania: uomini e donne di tutte le età e bambini anche di pochi mesi. Da qui finivano a Dachau, Auschwitz, Mauthausen, verso un tragico destino che solo pochi hanno potuto evitare.
Nel cortile interno, proprio di fronte alle celle, sull’area oggi contrassegnata dalla piastra metallica, c’era l’edificio destinato alle eliminazioni – la cui sagoma è ancora visibile sul fabbricato centrale con il forno crematorio.
Calcoli effettuati sulla scorta delle testimonianze danno una cifra di vittime tra le tre e le cinquemila persone soppresse in Risiera. Ma in numero ben maggiore sono stati i prigionieri e i “rastrellati” passati dalla Risiera e da lì smistati nei lager o al lavoro obbligatorio.
Triestini, friulani, istriani, sloveni e croati, militari, ebrei: bruciarono nella Risiera alcuni dei migliori “quadri” della Resistenza e dell’Antifascismo. Una visita doverosa per non dimenticare una pagina dolorosa della nostra storia.

GROTTE DI POSTUMIA
La successiva tappa della giornata è stata la gita alle fantastiche Grotte di Postumia (Postojnska jama), uno dei complessi di grotte più famosi e spettacolari al mondo, il più visitato d’Europa, dalle imponenti sculture calcaree e dal variegato mondo animale. che si trova ad appena un’ora di macchina dalla capitale slovena. Il nostro gruppo ha apprezzato molto questa meraviglia. Si tratta di un classico esempio di carsismo: l’acqua ha qui scavato qualcosa come 21 chilometri di gallerie, decorate con spettacolari stallattiti e stalagmiti: vere cattedrali progettate da madre natura, in cui vivono animali unici (ad esempio, uno strano anfibio cieco). Fa freddino nelle grotte (8 gradi di media), dunque portatevi una giacca a vento! Bella esperienza da vivere, la corsa indimenticabile con il trenino sotterraneo e si scopre il vasto paradiso sotterraneo, sagomato dalle piccole gocce d’acqua nel corso di milioni di anni. Una stalagmite di cinque metri di color bianco splendente, denominato Brillante, con tutta la sua grandezza, rappresenta il simbolo delle Grotte di Postumia e del Carso sloveno. Accanto ad esso si trova una colonna calcarea dal decoro barocco.

 

CASTELLO DI PREDJAMA
A pochi chilometri dalle Grotte di Postumia, il mondo carsico offre un’esperienza indimenticabile nel mondo incantato dei cavalieri. Su una parete verticale di 123 m, da 800 anni è incastonato l’inespugnabile miracolo medievale. Il Castello è un intreccio di elementi naturali ed artificiali, dell’opera dell’uomo e della creatività della natura che formano un gioiello per quel tempo medievale. Il Castello di grotta più grande al mondo, iscritto nel Libro dei Guinness dei primati, racconta in modo suggestivo la storia di un’epoca in cui la comodità doveva dar spazio alla sicurezza, e dove il rumore delle armi spesso sostituiva le canzoni dei trovatori. È così particolare ed unico nel suo genere da essere inserito tra i dieci castelli più affascinanti al mondo. Così romantico da essere scelto da molti per il loro rito nuziale.

LUBIANA
Lubiana è una capitale europea dall’atmosfera vivacissima. Offre infinite occasioni di intrattenimento, soprattutto in estate, grazie al suo fitto calendario di eventi e festival e luoghi interessanti da scoprire. È anche una città ideale per conoscere l’ottima tradizione culinaria e vinicola di un paese diventato la nuova stella dell’enogastronomia internazionale. Per non parlare del patrimonio artistico, storico e folkloristico cittadino; dei grandi giardini e dei parchi naturali nei dintorni; dei musei e dei centri culturali.

TRIPLO PONTE – LUBIANA
Il triplo ponte di Lubiana è uno dei simboli della capitale slovena, e meta imperdibile per tutti i visitatori. Impossibile, del resto, mancarlo: si trova nel cuore della città. Il ponte principale fu completato nel 1842, mentre i due laterali – tutti in pietra e con balaustre decorate – risalgono agli anni fra il 1929 e il 1930. I tre ponti attraversano la Ljubljanica e collegano Piazza Civica a Piazza Prešeren, ovvero il centro storico medievale e la zona nuova.

LA CITTA’ VECCHIA – LUBIANA
Il modo migliore per scoprire e amare Lubiana e inoltrarsi nei vicoli della città vecchia, dove il centro storico medievale. Potete partire proprio dal Tromostovje: non mancano i ristorantini, i locali dove sorseggiare una birra gelata e negozi di ogni tipo. La riva della Ljubljanica, poi – per quanto non possa competere per dimensioni con quella della Senna a Parigi o della Moldava a Praga – ospita mercatini, artisti di strada, e offre molte possibilità di passeggiare, e osservare il passeggio, favorito da una estesa isola pedonale che ne rende godibilissimo il centro, privo di ogni tipo di auto!

LAGO DI BLED
Nella regione della Slovenia nord-occidentale c’è un luogo da fiaba. Negli ultimi anni i suoi panorami hanno fatto il giro del mondo e sono sempre di più i turisti partono alla volta di questo splendido luogo per poterlo vedere con i propri occhi. Stiamo parlando del lago di Bled, la Perla Alpina slovena che ci ha fatto rimanere a bocca aperta!
Circondato da verdissime montagne che si specchiano nelle sue acque, con un bel castello e il suo isolotto al centro del lago, Bled è un vero e proprio luogo d’incanto. La sua atmosfera sognante lo rende la meta perfetta per un weekend di coppia.
Un’escursione in barca all’isolotto
Potrete scoprire gli angoli più pittoreschi della costa, tra piccoli moli e canneti popolati di maestosi cigni bianchi, oppure lasciarvi cullare a bordo di una pletna, la barchetta tradizionale tipica di questi luoghi, dalla forma inconfondibile. È proprio con una di queste imbarcazioni che abbiamo visitato l’isolotto al centro del lago: con la sua chiesetta, tra l’altro meta di tante coppie che vanno a sposarsi proprio lì, e il borgo che sembra sospeso nel tempo è un vero scrigno di bellezza che ci ha regalato sorprendenti scatti fotografici.

 

AQUILEIA
L’importanza e la lunghissima storia d’Aquileia, le tante testimonianze a noi giunte, meritevoli di visita, rendono l’antica città romana una meta a sé stante. La visita d’Aquileia meritava più di una sola giornata, ma abbiamo fare i conti con il nostro tempo e abbiamo visto quanto era necessario..
Aquileia per oltre il primo secolo della sua esistenza assolse dapprima alla funzione per cui era stata creata, d’avamposto e di base militare nel piano di conquista ed espansione verso le Alpi orientali e le regioni a nord di essa. Aquileia, con la sua immensa area archeologica e la Basilica patriarcale, è un prezioso luogo d’arte e di storia.
Gli scavi archeologici non hanno ancora riportato totalmente alla luce le sue rovine, ma quelle trovate costituiscono una delle testimonianze meglio conservate dell’antica grandiosità romana. Fra i tesori di Aquileia, la Basilica patriarcale risalente all’anno 1000 circa rappresenta, con i suoi magnifici mosaici del IV secolo, un ineguagliato esempio di architettura religiosa. Il mosaico pavimentale raffigura scene tratte dall’Antico Testamento e venne scoperto solo all’inizio del XX secolo, quando fu rimossa la pavimentazione successiva.
Altri resti antichi e nuovi mosaici sono stati scoperti nella cosiddetta “Cripta degli Scavi”, accessibile internamente. Da visitare è anche la “Cripta degli Affreschi”, che conserva opere del XII secolo e di gusto bizantino. La Basilica attuale è essenzialmente romanica, con alcuni particolari gotici aggiunti nel 1348 e altre sovrapposizioni rinascimentali, frutto di successive ristrutturazioni.

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