La nostra prima meta è dunque Cortina, la splendida località veneta situata ai piedi dei monti in una conca, che fin dalla seconda metà del 1800 è uno dei centri turistici più rinomati per gli sport invernali. Qui, nel 1902, venne disputata la prima gara di sci in territorio italiano e nel 1956 si svolsero le prime Olimpiadi invernali in Italia. Già dall’inverno successivo ai giochi olimpici, l’Ampezzo si gremì di turisti come non mai. Era l’inizio di una nuova età dell’oro. I prezzi ancora accessibili di case e alberghi, la forte ripresa dell’economia italiana e la fama internazionale acquisita da Cortina grazie alla manifestazione sportiva, la fecero diventare di voga in tutt’Italia e in gran parte d’Europa. In breve tempo vennero costruite decine e decine di edifici abitativi, richiestissimi dalle centinaia di villeggianti provenienti dalle città. Ancora oggi, a più di cinquant’anni di distanza, Cortina è certamente una delle maggiori località turistiche italiane e delle Alpi, meta della ricca società e del jetset internazionale.
Regina indiscussa delle “Dolomiti” degli sport estivi e invernali è la località dove si svolgono il maggior numero di gare internazionali. Località che offre l’emozione di sciare tra le cime più suggestive in un panorama incantevole e mozzafiato.
Simbolo indiscusso di Cortina d’Ampezzo sono le sue meravigliose cime: Le Tofane, il Cristallo e il Pomagagnon. Le cime più elevate superano i 3200 metri di quota e comprendono nei versanti settentrionali alcuni ghiacciai. Queste sono composte da rocce dolomitiche, come pure le Torri di Fanes e Travenanzes e del Piz Polena, mentre i calcari grigi situati sopra la dolomia formano le pareti della Tofana di Mezzo, del Monte Taè e gli Spalti del Col Bechei.
Il parco naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, a nord di Cortina, sorge su un’antica e indivisa proprietà delle Regole d’Ampezzo, un’istituzione che già dai primi anni del Medioevo mirava a garantire la sopravvivenza dell’ambiente e della popolazione attraverso l’uso collettivo dei pascoli e delle foreste. Oggi i discendenti delle antiche famiglie mantengono viva questa tradizione, che incarna le radici storiche e culturali della regione.
Per gli amanti dello shopping l’area maggiormente sviluppata è quella di Corso Italia, il cosiddetto luogo dello “struscio”. Passeggiando per il centro storico si possono trovare innumerevoli negozi di abbigliamento e boutiques con prezzi non proprio economici; inoltre calzature all’ultima moda e botteghe di artigianato locale, ricche di prodotti legati all’enogastronomia, costituiscono una scelta interessante per i turisti. Noi ovviamente siamo subito propensi a dare un’occhiata alla variegata offerta ma, ancora prima di buttarci a capofitto nello shopping compulsivo, approfittiamo della bellissima giornata di sole e di cielo terso per fare un giro in quota grazie alla funivia Faloria che, a pochissima distanza dal centro, ci conduce a tu per tu con la Tofana, il Sorapis, il Monte Cristallo e in lontananza si possono ammirare anche la Marmolada, le tre Cime di Lavaredo e il Pelmo. Alcuni sciatori ci accompagnano nella salita poiché la Skiarea Faloria-Cristallo dispone anche di innevamento programmato, che garantisce la fruibilità per gli sciatori da novembre ad aprile.
Anche il centro storico di Cortina è veramente suggestivo, un vero e proprio gioiello ricco di architetture storiche, artistiche e religiose come la Basilica dei Santi Filippo e Giacomo, il Castello de Zanna, il Museo d’arte moderna e il Messner Museum. Fa piacere visitare la chiesa principale di questa località anche perché è bella ed imponente. La temperatura nel frattempo sta scendendo: siamo circondati da neve e stare un po’ al calduccio dentro qualche locale è molto piacevole. Ma ben presto è ora di mettersi in viaggio verso la località che ci accoglierà per la cena e per il pernottamento.
ll mattino seguente siamo diretti verso il lago di Braies, che fa parte del Parco Naturale di Fanes, Senes e Braies, situato proprio a nord di quello delle Dolomiti d’Ampezzo. Solo una quindicina di km. ci separano dal lago di Misurina, situato a 1745 m. di altezza, con il magnifico gruppo del Sorapis come sfondo. Se non fossimo stati vigili forse avremmo scambiato il lago per un prato qualsiasi coperto di neve, poiché era molto difficile immaginare l’acqua al di sotto della coltre nevosa. Scendiamo per fare qualche foto e il cielo bianco/grigiastro fa pendant con tutto il resto. Il silenzio e la quiete assoluta ci pervadono (ci siamo solo noi in questo piccolo parcheggio lungo la strada). Durante il tragitto continuiamo a salire ed il livello della neve sale inesorabilmente. Muri di ghiaccio e neve ci fanno da protezione laterale, visto che i tornanti sono parecchi. Superiamo il passo di Cimabanche a 1529 m. per poi lentamente discendere verso Dobbiaco e verso la Val Pusteria. Il viaggio non è molto lungo ma le strade di montagna, si sa, non sono molto semplici da percorrere. Dopo poco più di un’ora finalmente abbiamo lasciato il Veneto ed entriamo in Alto Adige intravvedendo Dobbiaco e raggiungendo infine quota 1496 m. dove troviamo una delle mete più frequentate, fotografate ed ammirate recentemente grazie anche alla fortunata serie televisiva: ‘Un passo dal cielo’ ambientata proprio qui e a San Candido, poco lontana.
I primi fiocchi di neve intanto ci accompagnano nel breve tragitto tra il parcheggio ed il piccolo sentiero che conduce al lago. Il ghiaccio costituisce un pericolo per chi non è attento e riesco ad intravvedere più di una persona che perde l’equilibrio. Il lago è a dir poco suggestivo. Lo strato di grigio ghiaccio lucido e liscio che lo ricopre è abbastanza sottile e non è molto prudente avventurarsi verso il centro. E’ molto più sicuro invece seguire il percorso che lo costeggia e che conduce anche alla chiesetta e ad un altro edificio che nella serie tv viene trasformato nella famosa caserma. Si impiega circa un’ora a fare il giro del lago, d’estate, ma in questo periodo non è possibile. La celeberrima palafitta invece non è raggiungibile ma in compenso c’è un piccolo igloo che desta un po’ di curiosità.
Il silenzio, se ci si allontana un po’ dai turisti, è irripetibile e lascia quasi stupiti.
La Croda del Becco si rispecchia maestosamente nel lago, proprio dinanzi a noi, come sfondo di questo specchio magico. Rimaniamo tutti estasiati da tanta bellezza.
Purtroppo è tempo di mettersi in viaggio per la nostra prossima meta: Brunico.
A malincuore ci avviamo verso il parcheggio, cercando di memorizzare tutto ciò che ci circonda, come volessimo fare mentalmente l’ultimo scatto a questo luogo di superba bellezza.
Il capoluogo della Val Pusteria, con i suoi 16400 abitanti, ci attende. Non si riesce mai a capire quale sia la corretta pronuncia di Brunico ma in definitiva si può dire che entrambe le pronunce sono corrette, sia quella altoatesina che segue il nome Bruneck, con l’accento sulla prima sillaba, che quella con l’accento piano, cioè sulla i (Brunìco) più italiana.
Scendiamo proprio a pochi metri dal mercatino natalizio, una delle mete agognate del nostro viaggio. E’ ora di pranzo e si cominciano ad intravvedere, tra una casetta e l’altra e il tripudio di decorazioni, animaletti di varie fogge fatti a mano, berretti, sciarpe, giocattoli e un’infinità di articoli vari di artigianato locale, i banconi dove è possibile mangiare all’aperto riscaldati da stufe di varie dimensioni. Notiamo il fumo che esce da diverse pentole ed il tripudio di cibi locali: si va dalla polenta con spezzatino di carne (gulasch) o nella versione mescolata a formaggi di malga; poi canederli (knodeln) in brodo, patate ripiene al forno e così via. Non possiamo che terminare con una bella fetta di strudel di mele o di zelten o uno dei tradizionali krapfen per poi ributtarci nella mischia dei turisti allettati da tutta questa varietà di addobbi, palle di Natale, saponi, pantofole e via dicendo.
L’edizione 2019 dei mercatini di Natale di Brunico si presenta con alcune novità. Per esempio il Fienile dei profumi, allestito ai Bastioni prolungati: entrando in questa maxi-casetta vi sembrerà di ritrovarvi in alta montagna con il profumo del fieno e dei fiori dove siete circondati da bellissime foto della fioritura dei pascoli.
Lasciato il mercatino, ci avviamo verso la via Centrale, Stadtgasse, la strada principale del centro storico, che è caratterizzata da edifici coronati da timpani merlati ed è caratteristica per le sue bow window o bovindi, cioè finestre aggettanti dalla muratura, che sono tipiche di molte cittadine dell’Alto Adige. Il centro storico conserva in gran parte il suo aspetto medioevale; vi si accede attraverso le antiche porte della città, la Florianitor (“Lucke”), la Rienztor e la Ragentor, che la delimitano. Dalla porta orientale una via sale al castello, che ospita una sezione del “Messner Mountain Museum” voluto dal noto scalatore Reinhold Messner. Purtroppo proprio oggi un cartello ci dice che questo museo è chiuso.
Il MMM Ripa è il quinto del circuito museale voluto e ha trovato il suo spazio espositivo all’interno del castello di Brunico, situato nella parte più alta dell’abitato. Il tema affrontato riguarda i popoli della montagna dell’Asia, dell’Africa, dell’America del Sud e dell’Europa: non a caso il museo porta il nome “Ripa” che in tibetano significa (ri) montagna e (pa) uomo.
Le diverse culture, religioni ed anche il turismo delle regioni e dei popoli che Messner ha conosciuto durante i suoi numerosi viaggi vengono, una dopo l’altra, portate all’attenzione dei visitatori.
I negozi del centro sono tutti aperti e possiamo continuare tranquillamente il nostro shopping, anche se tutto sommato una capatina in qualche bar-pasticceria per prendere un tè caldo o una cioccolata o un vin brulè sarebbe molto gradita per riscaldarci un po’.
Purtroppo il tempo a disposizione volge al termine in un batter d’occhi (così è la nostra percezione del tempo quando si vogliono fare tante cose!).
E’ ora di rimetterci in viaggio per il ritorno, pieni di sacchettini, bottigliette, scatoline e regalini vari, tutti destinati ai nostri parenti, amici e conoscenti che li apprezzeranno nei giorni delle festività natalizie ormai alle porte.
La A22 del Brennero, a pochi km. da Brunico, sicuramente congestionata dai tanti turisti che stanno facendo ritorno, ci attende. A noi, pieni di entusiasmo per le due belle giornate trascorse e le belle esperienze vissute, sembra poi non importare granchè….
MARIA