Quando si parte per la Russia, nel corso del viaggio o nelle attese in aeroporto, alcune persone del gruppo mi chiedono: è più bella Mosca o San Pietroburgo? Normalmente rispondo che preferisco non esprimermi per non influenzare il giudizio personale che ciascuno deve ricavare dal confronto e invito invece i partecipanti a darmi la loro risposta a viaggio concluso. Neanche in questa sede vi darò la mia preferenza! E’ troppo soggettiva e legata ai ricordi del mio primo viaggio.
Che si arrivi in aereo a Mosca o a San Pietroburgo, salta subito agli occhi il loro aspetto più moderno, quasi le due città volessero tenere nascosti i loro tesori fatti di palazzi, chiese, piazze, atmosfere.. per i giorni successivi, per rivelarli gradualmente e non guastare il loro fascino.
San Pietroburgo, alias Pietroburgo alias Leningrado!! Tanti nomi per una città nata per essere capitale di un Paese sterminato –e tale è stata per circa due secoli- grandiosa fin dal suo nascere. Figura ben strana e controversa quella del suo fondatore, Pietro il Grande, che volle creare la sua capitale dove c’era il nulla, dove gli acquitrini si alternavano ai corsi d’acqua e al terreno malsano, dove ogni costruzione richiedeva una considerevole opera di bonifica e consolidamento.
Ma lì, alla foce della Neva, vide la luce un mito! Un mito che si assapora al meglio percorrendo con il battello i suoi canali, il tratto della Grande Neva dietro l’Ermitage e l’Ammiragliato, passando sotto i ponti che, quando il fiume non è gelato, si aprono di notte per consentire il passaggio delle barche e delle navi. Nel corso del mio ultimo viaggio con un gruppo in visita alla città, l’orario scelto per la mini-crociera è stato nel tardo pomeriggio. Credo che l’esperienza sia stata per tutti, me compresa, indimenticabile, con il sole che ormai basso sull’orizzonte tingeva di rosso i nobili palazzi che fiancheggiano il lungofiume della Neva. San Pietroburgo viene ricordata come una città occidentale: questo non deve meravigliare se si pensa che furono chiamati a lavorare in questo estremo lembo di Russia illustri architetti italiani che seppero dare un’impronta di estrema eleganza e razionalità a edifici, chiese, strade, sia nel periodo barocco sia nel successivo periodo neoclassico.
Spesso, dopo la cena in hotel, si decide di andare a conoscere, con un giro by-night, i luoghi che rendono Leningrado una città così unica. Il viaggio di andata in autobus di linea (fa parte del divertimento!) genera un po’ di sconcerto:”Dove scendiamo? Dove potremo riprenderlo al ritorno?…”Poi il fascino delle vie e delle piazze sapientemente illuminate fa dileguare ogni dubbio. Scendiamo lungo la Nevskij prospekt, vicino all’Aleksandrinskij Teatr, per ammirare l’armoniosa piazzetta antistante, la raffinata neoclassica facciata del teatro e la retrostante Ulica Rossi, forse la via più bella e armoniosa di San Pietroburgo. Poi, risalendo la Nevskij prospekt verso l’Ammiragliato, non si può non notare la facciata dell’ Emporium Eliseyev dalle eleganti linee Art Nouveau, il Palazzo Singer e l’antistante grandiosa Cattedrale di Nostra Signora di Kazan che sembra invitarti ad entrare con il suo colonnato avvolgente (quasi un’altra San Pietro!). E poi i Gostinyi Dvor –i grandi magazzini di due secoli fa-, il Ristorante Letterario dove è viva la memoria di Pushkin e si può mangiare “alla russa” al suono del pianoforte o ascoltando la lettura di poesie (capirle ovviamente è un’altra cosa!!). E’ comunque un’esperienza da fare. La “chicca” finale la riservo all’uscita sulla piazza dell’Ermitage passando attraverso il grandioso Arco Trionfale opera dell’architetto Carlo Rossi. Un vero spettacolo, grandioso e indimenticabile. Particolarmente interessante è stata quest’anno la visita del ricco Palazzo Yusupov, lungo il corso del Moika. Nel palazzo sembra aleggiare ancora lo spirito del sedicente e inquietante guaritore Rasputin che qui fu ucciso grazie a una congiura ben architettata dai padroni di casa aiutati da alcuni loro amici. In realtà il corpo fu gettato nella Neva gelata ancora agonizzante, ma i sotterranei del palazzo furono testimoni del brutale assassinio. Un vero film horror!
La visita all’Ermitage non ha bisogno di presentazioni: le opere dei maggiori artisti europei, da Leonardo a Raffaello, da Rembrandt a Canova e di tanti altri sono ospitate nelle sontuose sale dell’immenso museo. Se poi si vogliono ammirare le tele dei grandi pittori dell’Otto e Novecento basta trasferirsi nei moderni locali del Palazzo dello Stato Maggiore, di recente acquisiti dall’Ermitage e adeguatamente ristrutturati per ospitare le ricchissime collezioni d’arte di due aristocratici, Schukin e Morosov, lungimiranti e raffinati estimatori degli impressionisti e di molti altri grandi pittori del calibro di Gauguin e Picasso. Un altro motivo per fare questa visita: non si è travolti dai gruppi che quotidianamente affollano le sale del “vecchio” Ermitage.
Lungo la grande Neva si scorge un’altissima guglia dorata. E’ quella della Cattedrale dei Ss. Pietro e Paolo, all’interno dell’omonima Fortezza costruita da Pietro il Grande sull’Isola delle Lepri. Da qui prese forma l’ambizioso progetto di edificazione della nuova capitale “nata-dal-nulla”. Nella cattedrale si trovano le tombe dei Romanov: sontuosi sarcofagi di pregiati marmi . La tomba più cercata dai visitatori è naturalmente quella di Pietro il Grande, sempre con fiori freschi, davanti alla quale sostano di continuo persone curiose, ma anche rispettose della memoria dello Zar. All’estremità opposta della navata (destra), in una piccola cappella vicino all’entrata sono ospitate le modeste tombe dello Zar Nicola II e della sua famiglia, segnalate, ciascuna, da un nome e dalle date di nascita e di morte.
La città non esaurisce qui le sue bellezze: naturalmente ne ha molte altre in serbo, anche fuori del suo perimetro urbano. Basti ricordare la Camera d’Ambra nel Palazzo di Caterina a Pushkin (una elegante città-giardino) e il complesso del Palazzo e del Parco di Peterhof.
Si fa davvero fatica a lasciare la splendida Pietroburgo che la guida, a ogni viaggio diversa ( ma tutte sempre molto preparate), ha saputo farci conoscere e gustare e ne ripartiamo consapevoli che alla prima occasione vorremo ritornare. Al treno Alta Velocità che in tre ore e mezzo conduce da San Pietroburgo a Mosca ci accolgono delle gentili hostess che controllano i nostri documenti e ci fanno accomodare nella confortevole carrozza con i posti riservati per noi. Il viaggio è tranquillo e rilassante e dà l’opportunità di vedere un altro aspetto di questo immenso Paese: l’ininterrotta distesa di foreste di betulle e conifere, qua e là segnata dalla presenza di laghi e piccoli abitati.
Ed eccoci a Mosca! Nella stessa piazza in cui si trova la Leningradskij Vokzal, ovvero la stazione per i treni che provengono da Leningrado, altre due stazioni, monumentali e inaugurate ambedue nell’Ottocento, ciascuna con una sua precisa identità architettonica, ci suggeriscono che Mosca è davvero il cuore di un Paese sterminato che dal Mar Baltico giunge fino alle estreme coste orientali dell’Asia.
Quest’anno la visita della capitale russa, a Settembre, ha coinciso con i festeggiamenti per il “natale di Mosca”, quindi strade in parte bloccate, ma anche tanta voglia da parte dei moscoviti di scendere nelle vie e nelle piazze per travestirsi e partecipare a spettacoli e concerti. La Piazza Rossa, ancora occupata dalle gradinate allestite per i concerti delle bande musicali provenienti da tutto il mondo, è –come al solito- il “clou” dei festeggiamenti, ma le vie circostanti non sono da meno. Particolarmente affascinante la Nikol’skaja con un addobbo luminoso che di notte crea un effetto da “Mille e una notte” e di giorno riflette in maniera inaspettata la luce del sole e hai l’impressione di camminare sotto gocce di cristallo sospese nell’aria.
La Cattedrale di San Basilio, con i suoi colori, le sue bizzarre cupole, la sua posizione in fondo alla Piazza Rossa, è forse l’edificio che più stupisce e attrae. Costruita nella metà del 1500 è davvero l’emblema della fusione di culture e stili architettonici diversi. Tuttavia anche se si indovinano presto l’influsso rinascimentale e quello bizantino ci si rende subito conto di essere di fronte a qualcosa di unico e tipicamente russo. Credo sia lo sfondo preferito delle migliaia di foto che ogni giorno vengono scattate sulla mitica Piazza Rossa!
La visita del Cremlino suscita sempre grandi aspettative. In fondo è emozionante sapere di trovarsi lì dove spesso si decidono le sorti del mondo, anche se poi la visita turistica si concentra necessariamente nella piazza delle cattedrali, alla cosiddetta Zarina delle campane, allo Zar dei cannoni e ad un affaccio sul lungofiume Moskva.
Quest’anno, carichi di buona volontà e ferrea determinazione, ci siamo messi, molto per tempo, in prima fila ad aspettare il cambio della guardia di fronte al Monumento al Milite Ignoto, lungo le mura del Cremlino. E’ un luogo che mi è piaciuto fin dalla prima volta che l’ho visto perché in questo caso la pesante magniloquenza tipica di tali monumenti ha ceduto il passo ad una sobrietà sconcertante, sottolineata da poche, significative parole incise sulla lastra di granito rosso che copre la tomba dello sconosciuto soldato. Molto suggestivo.
Non si lasci la zona della Piazza Rossa e Cremlino senza aver fatto una breve passeggiata lì dove sorgeva l’imponente Hotel Rossija, demolito nel 2006. Al suo posto ora si trova un gradevole bio-parco (Parco Zarijade), con sale per concerti, punti di ristoro e un ardito ponte sospeso sul fiume Moskva, capace di reggere il peso di oltre 3mila persone.
Prima di lasciare il centro di Mosca è d’obbligo un giro lungo la Via Teatral’naja per non mancare alcuni degli edifici più celebri e significativi della città: il Palazzo della Duma, il parlamento russo, il magnifico Teatro Bol’šoj, di recente restaurato e riportato a nuovo splendore, l’Hotel Metropol, costruito tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento in stile Liberty, e che nel corso della sua storia ha visto passare la più eterogenea galleria di personaggi mai vista, dalle spie ai divi del cinema, agli uomini politici, agli artisti. La via si conclude con la Piazza Lubjanskaja su cui domina l’imponente edificio , la Lubjanka, simbolo dell’ultimo periodo delle repressioni staliniane e sede del KGB.
Naturalmente anche la visita di Mosca richiederebbe molti più giorni e considerarla terminata sarebbe davvero fare torto ad una città che negli ultimi decenni ha saputo darsi un nuovo volto e in cui la cultura (la musica soprattutto) assorbe gran parte del tempo libero dei cittadini. Il Tour by-night in pullman aiuta a sfruttare al massimo le intense giornate moscovite. L’itinerario scelto quest’anno ci ha consentito di ammirare, da una terrazza panoramica, il complesso di grattacieli che ormai caratterizza lo skyline di Mosca. Nel giro non può comunque mancare la Collina dei Passeri, con vista sulla città e l’Università Statale Lomonosov capace di “ospitare” 47 mila studenti e situata all’interno di uno dei sette grattacieli staliniani detti “le sette sorelle”. Di sera, illuminata, è uno spettacolo memorabile.
Il Monumento ai Conquistatori dello spazio e la visita al Museo della Cosmonautica, specie nel cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, hanno davvero fatto riflettere! Tra gli esemplari di Sputnik e Sojuz, i prototipi di navicelle spaziali, le tute degli astronauti non si può non pensare al coraggio di quegli uomini che di certo non con la strumentazione e la sicurezza dei mezzi spaziali odierni, si sono avventurati nello spazio.
Di fronte al Museo e al Monumento si trova un piacevole e sterminato parco con il Centro Fieristico Russo, complesso inaugurato nel 1959- anche se il primo nucleo è del 1939- per celebrare le glorie dell’Unione Sovietica e del socialismo. Nel parco, ogni repubblica che costituiva l’URSS, realizzò un padiglione (in tutto sono 81!) nel proprio stile nazionale, ma tutti accomunati dai temi più cari all’ideologia socialista. Bellissima visita, che però suggerirei di evitare nei giorni di festività nazionali per l’incredibile affollamento!
L’Anello d’Oro: la denominazione, piuttosto recente e creata a scopi turistici e commerciali, riunisce una serie di città che assursero perlopiù nel XII secolo, a grande importanza e supremazia politica ed economica tale da favorire, in campo artistico, la costruzione di chiese, monasteri e palazzi. Il centro più facilmente raggiungibile da Mosca è Sergiev Posad, certo il luogo più venerato dai fedeli ortodossi e centro di pellegrinaggi da tutta la Russia. Anno dopo anno cresce il numero di turisti che vi si recano, attratti dal grande interesse storico, culturale e artistico che il complesso religioso vanta. Già da lontano si scorgono le cupole dorate della Cattedrale della Trinità e quelle azzurre della Cattedrale della Dormizione, commissionata quest’ultima dallo zar Ivan IV il Terribile per celebrare la vittoria del 1559 sui Mongoli. Tutto il complesso del Monastero di San Sergio, circondato da possenti mura, è, a buon motivo, dal 1993 nella Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Poco rimane di Suzdal, ma le Porte d’Oro della Cattedrale della Natività e il panorama collinare che fa da sfondo alla città e ai suoi monumenti valgono da soli la visita del piccolo centro. Nelle sue vicinanze -dopo la Seconda Guerra Mondiale- fu allestito un campo di prigionia per alti ufficiali tedeschi (tra essi c’era von Paulus, comandante dell’esercito tedesco a Stalingrado). Oggi in un piccolo museo allestito nel complesso del Monastero del Salvatore e di Sant’Eufemio sono riuniti documenti e foto dei prigionieri, anche italiani, deportati a Suzdal. Non è raro il caso di visitatori che cercano nei registri il nome di un amico o di un parente di cui, nel caos seguito alla guerra, non hanno più avuto notizie.
Molte altre sono le località che fanno parte dell’Anello d’Oro. Alcune di esse sono agevolmente visitabili nel corso della crociera fluviale tra San Pietroburgo e Mosca. Un buon motivo per ritornare in Russia!