La città di Jesi, in provincia di Ancona, è un vero e proprio forziere ricco di storia, cultura e arte adagiato tra le colline su cui troneggiano i suoi castelli medioevali.
La tradizione narra che il giorno di Santo Stefano dell’anno 1194 nella piazza che oggi porta il suo nome, originariamente l’antico Foro romano della città di Jesi, nascesse Federico Ruggero di Hohenstaufen che la storia ricorda come lo “Stupor Mundi” per la sua poliedrica personalità e per il suo indiscusso carisma che lo resero inoltre uno dei personaggi più ammirati e allo stesso tempo discussi del Medioevo.
Nel centro storico della sua città natale, Jesi, all’interno del Palazzo Ghislieri, è stato creato un museo interattivo costituito da 16 sale che permette di immergersi completamente nella vita e nelle imprese di Federico II di Svevia, attraverso un’esperienza multisensoriale fatta di contenuti multimediali in video mapping, istallazioni interattive e ricostruzioni sartoriali e architettoniche che rendono questa esperienza culturale adatta anche ai più piccoli.
L’esperienza all’interno del museo procede poi nelle sale dove è possibile ammirare la miscellanea architettonica nella Sicilia Arabo – Normanno – Sveva dell’epoca di Federico, e proprio riguardante i rapporti con la numerosa popolazione araba insediata nei suoi territori è la sala 6, la quale narra la storia della colonia araba di Lucera. La creazione di questo insediamento rappresentò il tentativo di placare le ostilità arabe nei confronti della casata reale trasferendoli sul continente.
Entrando nella successiva parte dell’esposizione multimediale, ci rendiamo conto di aver ampiamente ed esaustivamente affrontato la parte più bellicosa della vita dello “Stupor Mundi”, infatti dalla sala 12 ho avuto l’impressione di essere entrata negli ambienti che più rappresentano il grande spessore culturale di Federico II, a partire dalla sua passione per la falconeria di cui scrisse un importante trattato dal nome De arte venandi cum avibus (L’arte di cacciare con gli uccelli rapaci).
Quest’opera, costituita da sei libri non vide mai la sua conclusione poiché Federico morì prima di terminarla. I figli Enzo e Manfredi molto si impegnarono per conservare il manoscritto, facendolo copiare e finemente miniare; purtroppo però all’epoca tale elaborato non ebbe molto successo, e come spesso accade, il successo arrivò postumo, infatti ad oggi moltissimi naturalisti e falconieri ne traggono spunto.
Il percorso continua e ci troviamo catapultati in tutti i molteplici interessi di questa così affascinante figura: dall’astrologia, alla musica, passando per la poesia e la scienza.
Federico non fu soltanto un legislatore e capo di stato, ma anche un uomo di cultura, alla costante ricerca del sapere.
Le ultime tre sale, infine, descrivono nell’ordine tutta la complessità di Federico II come uomo ed è egli stesso a parlarci di sé e della sua poliedrica personalità; seguono poi la sala che descrive la sua discendenza e in ultimo la nascita del suo mito in bilico tra “Stupor Mundi” e “Anticristo” come venne definito da Papa Gregorio IX.
La sala 8 vuole proprio mostrarci la figura di Federico II come legislatore infatti si “attraversa” la Porta di Capua, dove grazie anche a dei fidi giuristi del tempo venne redatta la famosa raccolta di leggi che porta il nome di Costituzioni di Melfi del 1231
Continuiamo in questo viaggio multisensoriale nella vita del nipote del Barbarossa, arrivando ad uno degli snodi più critici dell’esistenza di Federico II, ovverosia il rapporto con la Chiesa di Roma.
Qui troviamo la figura di un francescano che narra dei quattro papi che incrociarono la loro strada con quella dello “Stupor Mundi”: due gli furono favorevoli, Innocenzo III e Onorio III, ma altri due assolutamente no, Gregorio IX e Innocenzo IV.
Indissolubilmente legata al papato è anche la sala 10, che porta il nome di “Crociata”, nella quale troviamo la figura del Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici il quale racconta degli eventi avvenuti tra il 1228 e il 1229. Ma perché questa crociata attirò così tanto l’attenzione? La risposta sta nella modalità con cui Federico la portò a termine.
Si dice che tra il Sultano di Egitto e lo “Stupor Mundi” si instaurò un rapporto di stima reciproca dal punto di vista scientifico-culturale, un rapporto che li portò alla decisione di evitare spargimenti di sangue stabilendo una pace di 10 anni. Quello che più colpisce è che né il mondo cristiano né quello islamico accettarono tale esito perché entrambe le parti volevano una risoluzione forte, ma Federico ebbe il coraggio di evitare tutto ciò e gli costò ancora una volta il risentimento da parte della Chiesa di Roma.
Ci lasciamo alle spalle il clima delle crociate, per raggiungere la sala 11, dove Enzo, figlio di Federico II, ci descrive il periodo storico più complesso vissuto da suo padre, ovverosia la ribellione dei comuni del Nord Italia, i quali furono appoggiati in un primo momento da Papa Gregorio IX e successivamente da Innocenzo IV.
Il nostro viaggio “esperienziale” e multimediale all’interno di questo museo nel cuore della città di Jesi Città Regia, si conclude qui e ciò che ci lascia meravigliati non è soltanto la storia di questa figura dalle mille sfaccettature – parliamo infatti di un uomo che nel Medioevo era poliglotta, cultore delle arti, scienziato e, non meno importante, legislatore – ma anche la modalità espositiva, che mi piace definire “museo 2.0”, che nelle sedici stanze si trova, una modalità fatta di video, ricostruzioni ed ologrammi che permettono una semplice fruizione dei contenuti non solo agli adulti, ma anche ai bambini che forse per la prima volta entrano a contatto con la figura immensa dello “Stupor Mundi” ed è stato davvero emozionante poterli vedere con gli occhi pieni di stupore davanti alle imprese cavalleresche dei personaggi che in questa esposizione “prendono vita”.
Se verrete a Jesi Città Regia, una visita in questo museo è più che consigliata, ne rimarrete davvero affascinati!